Una sera un amico ci porta a casa delle uova nostrane deposte dalle sue galline dicendoci che buone così, non le avevamo mai provate. Prepariamo dei rösti, sui quali adagiare due uova al piatto e un buon bicchiere di vino rosso. Si nota subito la differenza nella rottura dell’uovo, l’albume che resta compatto attorno al tuorlo, di un arancione intenso. Ma è soltanto quando le assaggiamo che capiamo: troppo buone, troppo giuste, troppo diverse da come eravamo abituati! Ecco, penso che sia quella sera la data esatta in cui è nato questo progetto . Ci siamo guardati dicendoci “sai che io delle uova così le vorrei avere a casa tutti i giorni?” “Bene, facciamolo!” è stata la risposta. Così alle prime dieci galline (per noi) abbiamo deciso di aggiungerne altre dieci poi venti poi cinquanta e alla fine siamo arrivati a cento, perché il nostro desiderio è stato quello che altre persone, magari ricevendole a casa com’è successo a noi, potessero gustarsi quei rösti con quelle stesse uova deposte tranquillamente all’aria aperta, in un piccolo paradiso per le galline.